Il Gin è di per sé uno dei distillati più leggendari che l’uomo abbia creato, sia per i suoi aneddoti e le storie ad esso collegate, sia per merito di talentuosissimi barman che continuano ad inventare giorno dopo giorno cocktail meravigliosi.

È in questo moderno rinascimento del Gin che secondo me sta mostrando il suo vero potenziale. Nel Regno Unito stanno vivendo questo preciso periodo storico del distillato registrando l’apertura di tante micro-distillerie, in Italia questo non accade, tantissimi produttori che stanno nascendo si affidano al conto terzi delle distillerie già aperte. I numeri di crescita quindi seppur simili hanno tendenze profondamente diverse. Parlando nello specifico dell’Italia, la figura del Master Distiller pare sia vista ancora alla pari dello stregone oscuro, una sorta di Merlino degli alambicchi. Questo perché distillare e soprattutto saperlo fare sapientemente è una vera e propria scienza che necessita di un sacco di tempo per essere imparata e controllata con destrezza, per non parlare poi delle infinite variabili che possono alterare il risultato finale per cui l’esperienza diretta è fondamentale, spirito di sacrificio, dedizione totale allo strumento e allo studio. Ogni volta che ne parlo mi vengono i brividi.

Il conto terzi quindi per chi ha un’idea di ricetta e vuole produrre un Gin rimane una scelta più facile ed immediata, che non porta con se studi profondi ed è attuabile in poco tempo. 

Oltre a un accesso relativamente facile alla produzione del prodotto stesso tramite il conto terzi c’è anche l’enorme biodiversità della nostra penisola che offre la possibilità di creare centinaia e centinaia di ricette diverse che tramite poi la sapienza del Mastro Distillatore danno risultati unici, è una risorsa incredibile il cui sfruttamento sta dando risultati incredibili. Questo e quella che è stata la moda del ritorno al GinTonic ci ha portato al grande “Rinascimento del Gin Italiano”. 

Perché ho parlato di moda al passato? Ritengo che il tempo della moda sia ormai finito, il Gin è rientrato di diritto e di prepotenza nell’olimpo dei distillati meritando grande spazio nelle drink list dei locali. 

Il futuro del Gin in Italia??

Non sono un veggente e questo è evidente, ho aperto a dicembre 2019 un’attività strettamente legata al mondo ho.re.ca, se avessi visto il futuro forse avrei aspettato un attimino, posso quindi solo dare la mia personale opinione. 

Innanzitutto credo che questa meravigliosa bolla sia ancora in espansione, usciranno ancora tantissimi Gin e molti saranno di ottima qualità ma ci saranno, parlando di distribuzione, due macro-tipologie in questo affollato mercato: prodotti che grazie al marketing e alla qualità diventeranno “nazionali”, altri che si “accontenteranno” e rimarranno “locali”, ma non per questo qualitativamente inferiori, sia chiaro. 

Probabilmente la cosa dipenderà sia dalle ambizioni del produttore stesso, sia perché con un ritmo così alto di nuove uscite è facile che un prodotto non rientri subito nei radar di chi fa distribuzione ad alti livelli e fa della qualità e della territorialità il proprio cavallo di battaglia.

Di una cosa son più che sicuro, il viaggio nel mondo del Gin per tanti appassionati è appena iniziato, per tanti inizierà più avanti, spero solo che Ginbook possa aiutarli e guidarli nel tempo a scegliere prodotti italiani di qualità.

E voi? Come credete che sarà il futuro di questo meraviglioso distillato??

Fatemelo sapere nei commenti.